Il racconto che andremo a esplorare oggi ci parla di un’antica credenza orientale che sostiene l’esistenza di anime gemelle legate da un filo rosso indivisibile, noto come filo del destino. Secondo questa credenza, non importa quante avversità la vita possa presentare, le anime gemelle si ritroveranno sempre e si ricongiungeranno anche a distanza di tanto tempo.
Questo concetto sembra quasi magico e metafisico. Il filo rosso rappresenta un legame eterno e indistruttibile tra due persone che, nel momento in cui si incontrano, si riconoscono come anime gemelle. Senza dubbio, tutto ciò ha un grande romanticismo. Come accade spesso con i miti, dietro a questa leggenda si nasconde una verità profonda.
La storia che ha dato origine a questa romantica leggenda amata in tutto il mondo ha luogo nella Cina della dinastia Tang, tra il 607 e il 907 d.C. Secondo la leggenda, ognuno di noi ha un’anima gemella e queste anime sono legate l’una all’altra dalla nascita alla morte, e oltre, tramite un sottile e invisibile filo rosso collegato al mignolo della mano sinistra. Tuttavia, secondo altre versioni, il filo rosso è legato alla caviglia sinistra.
In Giappone, questa leggenda è conosciuta come “Unmei no akai ito”. La storia vera che si cela dietro a questa leggenda si svolge in Cina, e riguarda un uomo di nome Wei il cui più grande desiderio fin dall’infanzia era sposarsi e formare una famiglia. Così, si recò nella città di Song, dove un uomo gli disse che gli avrebbe presentato la figlia del governatore locale.
Tuttavia, il giorno dell’incontro, Wei non trovò alcuna ragazza, ma solo un vecchio seduto sotto un albero che leggeva un libro in una lingua sconosciuta. Il vecchio disse che quel libro proveniva dall’Aldilà e parlava delle persone e di un filo rosso del destino che le univa. Per questo motivo, il vecchio sapeva che la donna della vita di Wei era ancora una bambina di tre anni. Deluso e affranto, Wei andò al mercato dove si supponeva che la sua futura sposa fosse ancora una bambina, e assunse un sicario per ucciderla.
Tuttavia, l’assassino non riuscì nell’impresa e colpì la ragazza al centro del viso, tra gli occhi, credendo di averla uccisa. Passarono molti anni, più di un decennio, e Wei continuava la sua ricerca dell’anima gemella e della futura moglie. Un giorno, il governatore della città di Song gli presentò la sua diciassettenne figlia, e tra i due fu amore a prima vista.
La ragazza, però, aveva una cicatrice proprio tra gli occhi. Fu allora che Wei comprese che il vecchio aveva ragione e che l’anima gemella esiste davvero, così come il filo rosso del destino.
Questa storia ci insegna che le anime gemelle sono destinate a incontrarsi, non importa quanto tempo o quante avversità ci siano tra di loro. Il filo rosso rappresenta la connessione invisibile e indistruttibile che le tiene unite, anche quando sembra che la vita abbia messo ostacoli sul loro cammino.
Questa leggenda giapponese del filo rosso del destino è solo una delle tante storie che sottolineano l’importanza delle anime gemelle e il loro legame speciale. È un ricordo che, nonostante le difficoltà, l’amore vero è destinato a riunire le persone e a superare ogni ostacolo.
In conclusione, l’antica credenza delle anime gemelle collegate da un filo rosso del destino è una storia affascinante che ci ricorda che l’amore è un potente legame che può superare qualsiasi cosa. Non importa quante avversità o distanze ci siano tra le anime gemelle, alla fine si ritroveranno sempre. Questa leggenda, nata in Cina e diffusasi in Giappone, rappresenta un simbolo di speranza e di fede nell’amore eterno.
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